Unire due rilievi TS preservandone lo sviluppo e le quote

– Gianni Rossi

Nell’attività topografica e catastale con l’utilizzo della stazione totale (TS) si ha spesso la necessità di unire due distinti rilievi eseguiti in epoche (o da tecnici) diversi. Si pensi ad esempio all’opportunità di agganciare un precedente rilievo ubicato nella stessa zona di quello che ci si accinge ad eseguire, così da poter sfruttare le rilevazioni già svolte ai PF. Naturalmente questa esigenza richiede che il rilievo accorpato mantenga il suo sviluppo (cioè le sue stazioni effettive) e che, oltre ad essere coerente planimetricamente al rilievo “padre”, lo sia anche per le quote altimetriche. Se riesce ad ottenere questo risultato, il tecnico che opera frequentemente con rilievi TS nella stessa zona è in grado di costruirsi in campagna una propria maglia di punti fissi, come ad esempio spigoli di fabbricato, ai quali agganciarsi durante i successivi rilievi semplicemente ribattendo due o più punti della maglia stessa. Così facendo, eviterà di dover rilevare nuovamente i PF già misurati nei rilievi precedenti, così come di dover riposizionarsi sulle vecchie stazioni
Geocat permette di raggiungere questo risultato in maniera molto semplice, lo vediamo con un esempio concreto. Apriamo in successione i due file del Lavoro LIBRO_2 di nome RILIEVO.DB e TF_2005.DB:

In realtà questi due rilievi sono molto più estesi di quelli qui riprodotti, dai quali abbiamo volutamente eliminato quasi tutti i punti allo scopo di rendere più semplice la comprensione della procedura. Il primo, RILIEVO.DB, è il rilievo “padre”, cioè quello sul quale si vuole riportare il secondo, TF_2005.DB. Come si può notare dall’immagine qui sopra, pur trattandosi di due diversi rilievi, riportano gli stessi nomi sia per le stazioni che per i punti, on certo perché siano gli stessi punti ma solo perché in entrambi i rilievi il tecnico ha adottato la denominazione standard definita dalla convenzione catastale.
I rilievi hanno in comune i due PF evidenziati in figura, cioè il PF09 e il PF10. Questo significa che il tecnico del rilievo “padre” (RILIEVO.DB) ha rilevato questi due punti che erano stati rilevati anche dal rilievo da accorpare (TF_2005.DB), e questo proprio per agganciare tale rilievo al proprio. Naturalmente il fatto che in questo caso i due punti di aggancio siano dei PF non significa nulla, possono infatti essere punti qualsiasi purché rilevati da entrambi i rilievi, come vedremo al successivo esempio che prende in esame più di due punti in comune. Inoltre, la circostanza che i due punti di aggancio abbiano lo stesso nome è in questo caso solo una coincidenza dovuta proprio al fatto che si tratta di due PF. Ma questo non è un requisito imposto dal programma. Durante il secondo rilievo l’utente è libero di attribuire ai punti di aggancio il nome che gli viene comodo in quel momento, senza dover necessariamente assegnargli lo stesso nome che avevano nel primo rilievo.
Per rendere più chiara la conformazione dei due rilievi, nell’immagine che segue gli stessi sono riprodotti sovrapposti sul CAD (RILIEVO.DB in blu e TF_2005.DB in rosso) con indicati (ingranditi), oltre ai due punti di aggancio, anche la zona centrale dove sono posizionate le stazioni.


Illustrata la situazione di partenza, procediamo con Geocat all’unione di questi due rilievi. Prima di attivarla, però, eseguiamo il calcolo locale di RILIEVO.DB, cioè del rilievo “principale” al quale vogliamo agganciare TF_2005.DB. Ci posizioniamo quindi sulla tabella di questo rilievo e attiviamo l’opzione Calcolo locale del menù contestuale (clic destro). Si apre così la tabella delle coordinate riprodotta qui sotto dalla quale prendiamo nota delle quote dei due punti di aggancio, come evidenziato.

Questo ci servirà per poter verificare, a unione conclusa, se le quote degli stessi PF del secondo rilievo rispetteranno tali valori. Se così, significherà che il secondo rilievo ha assunto correttamente le quote del primo. Fatta questa parentesi, sempre rimanendo su RILIEVO.DB, attiviamo il comando (icona) Unione 2 rilievi TS come indicato nell’immagine sopra dei due libretti. Ci appare la finestra riprodotta qui sotto che riporta il nome dei due rilievi indicando qual è il “principale” (come detto, quello dal quale si è attivato il comando) e qual è quello da agganciare:

La finestra ci chiede poi di indicare le due stazioni, una del rilievo principale e l’altra del rilievo da agganciare, che dovranno essere collegate come se si fossero effettivamente osservate reciprocamente in campagna. Per il calcolo ri-solutivo è indifferente indicare una qualsiasi stazione sia dell’uno che dell’altro rilievo, ma è ovviamente opportuno scegliere due stazioni che effettivamente potrebbero essere tra loro visibili. In questo esempio inseriamo la stazione 100 di RILIEVO.DB e la stazione 200 di TF_2005.DB. Poi ci viene chiesto di indicare il nome del rilievo figlio cioè quello risultante dall’unione, in questo esempio: RIL_TF05. Le due opzioni in basso (alternative tra loro) ci chiedono se vogliamo rinumerare le stazioni e punti del rilievo da agganciare a partire dal rilievo principale, in modo che il rilievo risultante abbia una numerazione coerente e progressiva, come se si trattasse effettivamente di un rilievo sviluppato in un’unica sessione; oppure se preferiamo anteporre un trattino di sottolineatura alle stazioni e punti del rilievo da agganciare in modo da poter comunque riconoscere nel rilievo risultante i nomi originari del secondo rilievo rispetto a quelli del primo anche quando coincidono. In questo esempio adottiamo, per il momento, questa soluzione.
Confermati con OK i dati di cui sopra, appare la tabellina verde qui sotto riprodotta che ci chiede di inserire i punti in comune tra i due rilievi:

Nelle due colonne, Punto R1 e Punto R2, vanno rispettivamente inseriti i nomi dei punti di aggancio, in questo caso uguali per i due punti PF09 e PF10. Fatto ciò, stando su questa tabellina, clicchiamo nuovamente l’icona Unione 2 rilievi TS come indicato nella figura qui sopra. Si apre così la tabella della rototraslazione riprodotta qui sotto (in alto). Questa elaborazione serve a rototraslare il secondo rilievo (R2 in tabella) sul primo (R1) e riporta infatti le coordinate locali dei due punti di aggancio nei due rilievi, oltre alla quota che gli stessi hanno nel rilievo principale (colonna Quota a destra). Da questa tabella, procediamo al calcolo della rototraslazione (ai minimi quadrati).

Per farlo, rimanendo sulla tabella stessa, attiviamo il comando (icona) Calcola (1 in figura), aprendo così la finestra del calcolo riprodotta qui sopra, la cui unica opzione è quella che ci chiede se applicare o meno il modulo di deformazione, vale a dire il fattore di scala che si genera sempre quando si sovrappongono punti comuni (doppi) che appartengono a due sistemi di riferimento diversi. In questo caso, trattandosi di due rilievi effettivi, la variazione di scala non va applicata (come invece si fa in genere quando si sovrappone la mappa al rilievo), per cui non selezioniamo questa opzione come evidenziato nell’immagine qui sopra. Cliccando OK si ottiene il calcolo della rototraslazione e si possono valutare gli scarti tra i due punti , nel nostro esempio molto contenuti (3 mm Est e 1 cm Nord). Terminato il calcolo e rimanendo sempre sulla tabella della rototraslazione, clicchiamo ancora una volta l’icona Unione 2 rilievi TS della barra degli strumenti. Ci appare la finestra riprodotta qui sotto che ci fornisce il risultato della rototraslazione sotto forma della doppia distanza risultante tra i due punti di aggancio nei due rilievi con la relativa differenza confrontata alla tolleranza impostata:

In questo esempio, come possiamo notare, la differenza è minima (soli 2 cm) a riprova della bontà di esecuzione di entrambi i rilievi. Dato questo positivo riscontro, clicchiamo OK pervenendo alla creazione del rilievo finale, mostrato nella figura seguente, composto dall’integrazione dei due rilievi di partenza:

In questo nuovo rilievo i nomi delle stazioni e dei punti del rilievo accorpato (TF_2005.DB) sono rimasti quelli originali ma con l’aggiunta del trattino sottolineato per distinguerli da quelli (spesso uguali) del rilievo “padre” (RILIEVO.DB). Le due “stazioni ponte” presentano le letture reciproche: la sta-zione 100 di RILIEVO.DB osserva la _200 di TF_2005.DB e viceversa. Queste due battute contengono i valori che si sarebbero effettivamente letti in campagna se si fossero rilevate. L’altezza strumentale è ovviamente la stessa (si vede con doppio clic sulla cella della stazione), così come anche l’altezza prisma assegnata alla stazione osservata è pari a quella che hanno gli altri punti della stazione che osserva. Va da sé che se si esegue il disegno CAD di questo nuovo rilievo si ottiene esattamente la geometria di campagna dei due rilievi messi assieme. Così come, se si esegue il calcolo, si può notare come i due PF di aggancio abbiano mantenuto la quota che avevano nel rilievo principale originario (vedi all’inizio):

L’esempio appena sviluppato ha esaminato il caso in cui i punti di aggancio erano soltanto due, ma naturalmente per avere un maggior controllo sulla bontà dell’operazione è opportuno che l’aggancio avvenga su un numero maggiore di punti comuni. In questo caso la procedura appena vista rimane esattamente la stessa ma con queste differenze:

  • nella tabellina verde dove viene chiesta la corrispondenza dei punti tra i due rilievi si inseriscono tutti i punti di aggancio:
  • la tabella della rototraslazione includerà pertanto tutti i punti considerati:

La molteplicità di punti garantisce un calcolo più accurato della rototraslazione perché diventa possibile determinare gli scarti afferenti i punti stessi (che non sono invece calcolabili con due soli punti) ed eliminare quelli ritenuti non affidabili. Con l’evidenza degli scarti si ha quindi modo di risalire alla bontà stessa del rilievo da integrare. Nel caso di cui sopra, ad esempio, si nota che il punto 302 di TF_2005.DB (103 nel rilievo di riconfinazione RILIEVO.DB) presenta uno scarto Est di ben 35 cm, un valore evidentemente non accettabile per un confronto rilievo-rilievo . Questo punto può quindi essere escluso dal calcolo della rototraslazione digitando la sigla NC (non calcolare) nella colonna C. (codice) più a destra della tabella.

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